Farsi curare veramente è un atto di creativitá. Almeno in ambito psicologico e psichiatrico. Presuppone un desiderio di cambiare qualcosa di sé, qualcosa che ci si rende conto che sia necessario cambiare ma non si sa come fare a cambiare. Di fronte a questa difficoltá aprirsi dunque a ció che non si conosce e cominciare a cercare; cercare cosa o chi ci puó aiutare e come. Cercare nell’ignoto significa creare qualcosa che prima non c’era, una nuova ipotesi su noi stessi, sul modo in cui viviamo, stiamo al mondo, esistiamo.

Spesso il primo ostacolo a farsi curare veramente è farsi curare e basta, ovvero cercare la soluzione piú rapida alla superficie del problema. Che sia farmacologica o psicoterapica.

Farsi curare veramente con i farmaci richiede un atteggiamento attivo, volto a comprendere cosa i farmaci possono fare e cosa non possono fare. Decidere se fidarsi o no di chi ce li prescrive e poi accettare di provare a fare come ci viene consigliato.

Farsi curare veramente con la psicoterapia richiede un atteggiamento aperto all’ascolto di cose su di sé che magari possono non essere piacevoli, non essere come vorremmo che fossero; farsi curare veramente significa riuscire a vedersi attraverso gli occhi di un’altra persona, che non ha altri rapporti con noi se non quello appunto di terapeuta.

Spesso nella pratica clinica capita che i farmaci non vengano presi nel modo che viene consigliato e quindi non facciano alcun effetto o, al contrario provochino degli effetti collaterali.

In psicoterapia spesso succede che non ci si senta capiti dal terapeuta ed invece di chiedere spiegazioni, di esprimere il disagio legato a questo senso di incomprensione, entrando in modo piú profondo e terapeutico nella relazione terapeutica, si abbandoni la terapia, attribuendo ad essa scarso valore in termini generali.