Stress e resilienza sono i due poli tra i quali si realizza l’adattamento. Posto che lo scopo di ogni essere umano sia quello dell’adattamento, questo si realizza nel gioco tra lo stress, che assumiamo come termine che rappresenta le richieste che l’ambiente pone agli esseri umani e la resilienza, intesa come la capacità dell’essere umano di resistere a pressioni ambientali (ovvero stress) che tenderebbero anche a sopraffarlo se non modulate, anche in funzione della capacità di adattamento stessa dell’individuo. Due sono le domande che ci si possono porre al cospetto di questi due termini: fino a che punto possiamo agire nei confronti dello stress? Lo possiamo limitare? Lo possiamo modulare? E come possiamo aumentare la nostra resilienza nei confronti delle situazioni ambientali potenzialmente stressanti, acute, situazionali o croniche che siano? Parole e concetti chiave al riguardo sono: consapevolezza ed accettazione. Nella vita ci sono cose che possono essere modificate e cose che non lo possono essere. Già comprendere quali siano le une e quali le altre, ognuno nel fluire della propria vita, è un primo fondamentale compito che richiede in primo luogo l’osservazione di quanto è fuori di sè, ovvero l’ambiente, il mondo, gli altri e di quanto è dentro di sé, ovvero il proprio modo di percepire le cose che osserviamo, di elaborarle, di viverle sul piano emozionale ed affettivo.